L’irrigazione della pianura massese:
i canali dispensatori
realizzati dal governo Estense


Stefano Francesconi - Paolo Quadrelli
Facoltà di Architettura di Firenze - Relatore Prof.sa Carla Pietramellara - Corr. Arch. Maria giovanna Maestrelli
Anno Accademico 1997 - 98

 

  All'inizio dell'anno 1839 Francesco IV iniziò la costruzione di un canale irrigatorio, capace di estrarre acqua direttamente dall’alveo del Frigido e di distribuirla a tutta la campagna massese, soprattutto a quelle terre distanti dai corsi d'acqua dove le produzioni agricole erano compromesse dalla siccità dei mesi estivi. Al tempo stesso il canale assicurava l’attività alle macine dei molini dei frantoi camerali e privati, che lavoravano cereali, castagne, lino e olive.
Nei primi decenni dell’800, risultava che a Massa mancassero molti generi di prima necessità per i quali era indispensabile ricorrere ai mercati stranieri sostenendo ingenti spese; i prodotti maggiormente importati erano grano, granturco, legna da ardere e fieno. Per quanto riguardava l’utilizzo delle acque del Frigido, è noto che esse venissero già utilizzate nel 1300 da numerosi molini e fabbriche.
Per l’irrigazione delle campagne, si dovette aspettare fino al 1842 quando il Governo Estense si impegnò a costruire un imponente sistema di canali. L’attardata costruzione di tali opere, rispetto ad altre simili in città vicine, ebbe sicuramente doppia origine: da una parte i continui stravolgimenti cui erano soggette le terre pianeggianti, dall’altra la natura dell’alveo del Frigido che, profondamente inciso nel cono di deiezione, non facilitò certamente i lavori di costruzione di una presa d’acqua, o pescaia stabile, realizzata successivamente in prossimità dell’abitato di Canevara.

 


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