Facoltà di Architettura di Firenze - Relatore Prof.sa Daniela Lamberini Anno Accademico 1997 - 98 |
Nella loro tesi,
discussa presso la facoltà di architettura di Firenze, la Baudone
e Ulian hanno ricostruito la storia delle mura ma soprattutto ne hanno
analizzato lo stato di conservazione e di degrado, propongono interventi
e ipotesi di valorizzazione. Una cinta mediamente alta più di sei
metri e larga quasi due, che abbracciava tutta la città, 1800 metri
di cortine, baluardi, piattaforme, porte monumentali, torrioni, un impianto
difensivo oggi ben visibile in alcune vedute della Massa rinascimentale
ma del quale restano solo non più di 800 metri, la metà
visibili, gli altri nascosti in proprietà private, ma tutti accomunati
dal degrado e dal pericolo imminente di crolli. Strano destino quello di queste mura, dicono i due autori, una grande impresa che ha richiesto investimenti e decenni di lavoro per poi diventare obsoleta neppure terminata, perdendo la funzione e i significati per cui era stata progettata e realizzata, diventando un ostacolo al successivo sviluppo urbanistico. Una costruzione iniziata nel 1557 e terminata nei primi decenni del '600 e che già pochi anni dopo incomincia ad essere manomessa e smantellata (la prima breccia è aperta nel 1672 per far posto al cantiere della nuova cattedrale), raggiungendo il suo punto massimo a metà '800 quando ampi tratti di mura vengono cancellati, rimpiccioliti, soffocati da nuove costruzioni, trasformandosi da struttura dominante di cui andavano fieri sovrano e cittadinanza, ad una presenza sommersa e quasi invisibile, sottoposta ad un lento soffocamento e ad una occulta sparizione, un processo che va avanti anche ai giorni nostri. (da 'IL TIRRENO' del 23 Giu 2000) |
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